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INTERVISTE
Q U O T E S

Una grande voce come quella di Raffaella Luna e un grande chitarrista come Franco Morone, non potevano che realizzare un vero e proprio gioiello di grazia ed originalità nel quale un chitarrista suona con stile inconfondibile e una voce dolce di rara bellezza, sono gli ingredienti principali.
Salvatore Esposito – Blogfolk

Musica del castello… Morone e Luna hanno presentato per intero il loro cd Songs we love, canzoni americane e inglesi del secondo novecento, insieme a momenti di puro belcanto, interpretati magistralmente da Raffaella Luna (versioni impeccabili, ma non manierate, di Plaisir d’amour e Caro mio ben). E’ stata forse anche l’alternanza di registri, unita alle prodezze di Morone anche in veste solista, a impressionare: ben due richieste di bis e un pubblico quasi commosso.
Ma.Gu. –  Club Tenco

La voce di Raffaella è potente, appassionata e sicura…la chitarra di Franco, il tocco, il suono, il gusto nell’arrangiamento sono unici… disegna eleganti trame di accompagnamento con unisoni e controcanti… una lezione di stile.
Mario Giovannini – Chitarre

Luna ha una notevole agilità, timbro cristallino e dizione inglese perfetta. Franco è il chitarrista che ogni interprete vorrebbe al suo fianco, per la duttilità e il virtuosismo controllato che possiede.
Giovanni Choukhadarian – Kataweb Musica

Il loro Songs We Love è un disco da amare e, dal vivo, sono una forza delicata della natura.
Antonio Feliciano Silva – Sanremout

The intensity and nearly innocent intimacy of acting in combination are almost too beautiful to be true.
Die Intensitaet und fast unschuldige Intimitaet des Zusammenwirkens scheinen mitunter fast zu schoen um wahr zu sein.
Michael Lohr – Akustik Gitarre (D)

Franco Morone’s guitar and Raffaella Luna’s angelic voice fit Together like cheese and wine. Both taste excellent and are getting better with time. They will promote their album “Songs We Love” at several festivals during an extensive European tour. If you want to be well prepared, just listen to the beautiful songs on this album and enjoy every minute of it.
Rootstime (BE)

The final conclusion can not read other than an irresistible, fascinating class product.
New Folk Sound (H)

Her voice has the strength, energy and originality that make the interpretations of these timeless songs into something special.
Folker (D)

05-2008 - Sarzana International Acoustic Guitar Meeting

R E C E N S I O N I
Folker De – CD Canti Lontani nel Tempo, di Martin Steiner

Wenn ein Gitarrist und eine Sängerin ohne Unterstützung weiterer Musiker ein Album aufnehmen und dies vom ersten bis zum letzten Ton bewegt, muss vieles stimmen. Vor einigen Jahren nahm Franco Morone mit Road To Lisdoonvarna ein wunderschönes Album mit dem Untertitel Celtic Fingerstyle Guitar auf. Auch das exzellente, filigran expressive Fingerpicking des aktuellen Werks atmet die Luft der Grünen Insel und verleiht den fast ausschließlich nord- und mittelitalienischen Traditionals eine besonders warme Note. Raffaella Lunas Gesang könnte man vereinfacht mit „schön“ bezeichnen. Da ist kein unnötiges Pathos, aber ihre Stimme verfügt über die nötige Kraft, Energie und Eigenständigkeit, die die Interpretationen dieser zeitlosen Lieder zu etwas Besonderem machen. Wer die Musik piemontesischer Gruppen wie La Ciapa Rusa oder Paroplapi kennt, wird hier mit Genuss einige der Lieder aus ihrem Repertoire in neuer, reduzierter Form wiederentdecken. Abgerundet wird dieses hervorragende Album durch das Beiheft mit englischen Textübersetzungen und Quellenangaben aller Lieder.

New Folk Sounds NL – CD Canti Lontani nel Tempo, di Marius Roeting

Franco Morone is een Italiaanse gitarist die al heel wat schijfjes op zijn naam heeft staan. In het verleden was het repertoire vooral afkomstig uit de Keltische wereld. Morone bewerkte de songs en tunes, onder andere van O’Carolan, tot instrumentale kunstwerkjes. Want één ding kan je Morone wel meegeven en dat is gitaarspelen. En behalve virtuoos altijd met een zeer mooie sound en vooral een dot emotie. De techniek staat in dienst van de melodie en niet andersom, wat je veel bij de moderne akoestische gitaristen tegenkomt. Morone is ook de man van de fraaie harmonieën. Zijn tunes zingen zonder woorden. De laatste jaren verbreedde Morone de paden en kwamen ook langzamerhand andere traditionele stijlen en streken aan bod. Canti Lontani nel tempo is het laatste product en verrassend genoeg is deze cd gevuld met traditionele liederen uit Italië. Dat laatste is wat bescheidener als het er staat. De meeste songs komen uit het Noorden, een enkele uit meer zuidelijke provincies en een eenling uit Sardinië. Morone is groots in de begeleidingen. Fraaie harmonischen, knappe bassen in een vol geluid door de open stemmingen waarin het gespeeld wordt. De verrassing zit hem in zangeres Raffaella Luna. Heerlijke heldere stem met diepte, een frasering op zijn tijd, maar niet overdreven en kraakhelder. Een vergelijking met Julie Murphy (Fernhill) dringt zich op en dat is als compliment te beschouwen, Ook qua sfeer kan je die link leggen. Wie het verschil tussen Italiaans en Welsh niet zou horen of kennen, zou bijvoorbeeld zweren dat een lied als Sotto l’albero del Piemonte door de Welshe groep werd uitgevoerd. Een serene rust, maar meeslepende uitvoering dus. En dat gaat zo de hele cd door. Er passeren gekende nummers als La BergeraLa Turineisa (oa Ciapa Rusa), Prinsi Raimund en uiteraard Dona Lombarda. Deze uitvoeringen doen niet onder voor meer bekendere. Een zelfs een kapot gecoverde song als Bella Ciao krijgt hier met een wat afwijkende, originele tekst een heel verrassende bewerking. De eindconclusie kan niet anders luiden dan een onweerstaanbaar, boeiend klasse product.

Blogfoolk – CD Canti Lontani nel Tempo, di Salvatore Esposito

Lo scorso anno quando in occasione della pubblicazione di “Back To My Best” intervistammo Franco Morone, ci rivelò in anteprima che stava lavorando alla selezione di alcuni brani della tradizione musicale italiana, che sarebbero andati a comporre il suo prossimo disco. A distanza di quasi un anno non è per noi una sorpresa ritrovarci tra le mani “Canti Lontani Nel Tempo”, disco che mette in fila sedici brani, incisi insieme a Raffaella Luna e che in larga parte rispolvera l’azzeccata formula che fece di “Songs We Love” uno dei dischi più apprezzati della produzione. Ovviamente l’oggetto delle reinterpretazioni, ma sarebbe meglio dire re-invenzioni, è differente laddove c’erano brani cantautorali in inglese, questa volta protagonista assoluto in scena è il canto narrativo italiano. Se solo in apparenza questo disco può sembrare una sfida che ha dell’improbabile, guardando nel complesso la carriera di Morone, ci risulta perfettamente coerente con lo spirito e la curiosità che ha animato la sua ricerca a tutto tondo sulla chitarra. Ben lungi quindi dal cadere nel già sentito (e come sarebbe potuto mai accadere?), e soprattutto smarcandosi da quanti sfoggiano la bandiera dell’autenticità, Franco Morone ha riletto ogni singolo brano con attraverso il suo peculiare stile e la sua scintillante tecnica chitarristica, mentre ad impreziosire ogni brano ci ha pensato la voce di Raffaella Luna, il cui cantato versatile ed elegante si apre alla cultura popolare con grande generosità. L’ascolto è così un volo attraverso la storia della tradizione musicale italiana, che spazia dall’aria lirica “Babbino Caro” di Giacomo Puccini al tradizionale sardo “Non Potho Reposare”, passando per “La Bergera”, “Prinsi Raimund” e “Bella Ciao”, fino a toccare il canto delle trincee “Era Una Notte Che Pioveva” e canti narrativi come “Donna Lombarda”, e “Siamo Tre Sorelle”. Insomma “Canti Lontani Del Tempo” è esattamente quello che ci saremmo aspettati da Franco Morone, un chitarrista raffinatissimo, oltre che un profondo conoscitore della musica sia essa il folk internazionale o quello italiano.

fingerpicking.net, CD Canti Lontani nel Tempo, di Carlo De Nonno

In Italia, l’approccio all’immenso patrimonio tradizionale di musica e testi è sempre avvenuto lungo tre percorsi principali. Il ‘popolaresco’, quello più deleterio e commerciale, animato solo da biechi opportunismi discografici, scempio perpetrato da tanti intorno agli anni ’70. Non ci sono nomi da fare: i pirullalerolallero e gli sciur padrun sono ancora nelle orecchie di molti. Lo citiamo per primo solo per liberarcene subito. Il ‘popolare’, animato da ottime intenzioni e motivazioni iniziali, ma presto contaminato da talmente tanti rivoli collaterali da perdere identità e direzione. Qui si può fare il nome, comunque in certo modo meritorio, della Nuova Compagnia di Canto Popolare. Il ‘folklorico’, inteso nel senso più nobile e scientifico del termine, nutrito di ricerca sul campo, di approfondimento e di rigore, pur nel rischio sempre presente dell’accademismo o della nicchia. Senza risalire troppo lontano citiamo come emblemi Roberto Leydi, Diego Carpitella, Alan Lomax. Ne parliamo per ultimo per tenerlo più facilmente in memoria, perché ce n’è bisogno.
Il lavoro di Raffaella Luna e Franco Morone (che, diciamolo subito e senza mezzi termini, è bellissimo) trova una sua strada personale e affascinante, pur pagando doveroso tributo alla tradizione scientifica citata più sopra (prova ne sia la toccante dedica a Roberto Leydi). Ma qui non ci sono rischi di accademia perché l’approccio è filologico nella sostanza (rispetto e amore) più che nella forma. E la forma ci parla di esecuzioni vocali di Raffaella Luna di intensità potente, ma sempre controllata nel non debordare mai in sporcature che fanno tanto ‘popolo’ e attentissima a delineare la straordinaria varietà di concetti, personaggi, umanità, storia politica e sociale che si affaccia da testi di grande incisività e spessore. E di un background musicale (chitarristico) di grande originalità e raffinatezza (ovviamente ad opera di Franco Morone) che spazia da echi di chitarra battente a ostinati bluesistici ad arpeggi e accenti lirici e ispirati, tutto sempre e rigorosamente fingerstyle senza disdegnare più di un’occhiata al classico. Esecuzioni, soprattutto, che hanno privilegiato la mancanza di artificio da sala di registrazione, come a ricreare una sorta di spontaneità ‘sul campo’: pochissimi gli overdubs, come scrupolosamente annotato nel booklet ricco di notizie nonché dei testi con le traduzioni italiane (per quelli dialettali) e inglesi (hai visto mai…).
Venendo ai contenuti notiamo che i brani appartengono quasi tutti al Centro-Nord italiano, tra Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia e Piemonte. A quelli più noti (“Bella ciao”, “Mamma mia dammi cento lire”, la prima restituita alla sua forte valenza sociale di canto delle mondine padane) si affiancano originali riscoperte come “Un bel giorno andando in Francia” (la cui melodia fu poi riadattata a testi sull’emigrazione e sulla Resistenza) e riproposte come “Ameme mi dona lombarda”, celebre ballata italiana già visitata da un altro grande (e vergognosamente infamato) duo (Sergio Endrigo e Mia Martini). Incastonata tra tutti questi brani (impossibili da descrivere tutti in questa sede ma tutti saldamente ancorati nella nostra memoria ancestrale anche solo dopo un primo ascolto) la gemma di “Non potho reposare”, lo straordinario canto d’amore sardo in cui si cede alla vera e propria commozione, ascoltando l’omaggio da standing ovation che Luna/Morone tributano alla dolente voce di Andrea Parodi, tra gli ultimi ad averla intonata. Inoltre segnaliamo la suggestiva motivazione dell’inserimento dell’aria “Babbino caro” dal Gianni Schicchi di Giacomo Puccini a riprova della contaminazione, tipicamente italiana, tra certa musica ‘colta’ e mondo ‘popolare’.
Insomma, piaccia o no, questo è il blues, la radice voglio dire, della musica italiana. Grazie a Raffaella Luna e a Franco Morone per avercelo coraggiosamente ricordato.

FB Folk Bulletin, CD Canti Lontani nel Tempo, di Alessandro Nobis

Roberto Leydi sarebbe felice di ascoltare questa nuova fatica discografica di Franco Morone e Raffaella Luna, dedicata interamente allo studio ed alla re-interpretazione del canto narrativo della tradizione italiana. Certo che per uno come Franco Morone, finissimo chitarrista con un pedigree “solista” a livello internazionale e con una discografia nella quale si fatica a trovare delle cadute di tono, imbarcarsi in una avventura così “improbabile” deve essere stata una bella sfida. Repertorio difficile quello del canto narrativo, se non altro perchè bisogna misurarsi con “lezioni” suonate, cantate e registrate decine di volte negli ultimi cinquantanni, e facile cadere nella banalità e nella calligrafia pura e semplice. Viaggiare sui binari della pura tradizione oppure indossarla come un vestito “a misura” rischiando di far storcere il naso ai “puristi” troppo spesso ingessati su standard “scientifici”? Un dilemma che Morone ha bellamente risolto affiancando alla sempre cristallina chitarra la bellissima e precisa voce di Raffaella Luna, che interpreta con grande personalità queste ballate con piglio colto, lontano dai sapori più vicini – e spesso scontati – alla cultura popolare. Anche il repertorio è stato scelto con cura, sfidando le melodie più conosciute a livello nazionale come “Donna Lombarda”, la sarda “Non potho reposare”, “Bella ciao” ed ancora “Un bel giorno andando in Francia” e proponendo canti narrativi forse meno conosciuti come ”E quei briganti neri” della Val D’Ossola o “Era una notte che pioveva” dedicate al movimento partigiano ed ai combattenti della Prima Guerra Mondiale. La ciliegina è decisamente l’aria pucciniana “Babbino caro”, dimostrazione di quanto la lirica sia profondamente legata ai sentimenti ed al popolo, perfetta fusione tra musica colta e tradizione. Un gran bel disco.

Blogfoolk, CD Songs We Love, di Salvatore Esposito

Considerato uno dei massimi esponenti internazionali del fingerpicking, Franco Morone, ha raccolto lungo la sua carriera numerosi riconoscimenti e non ci sembra affatto casuale che un etichetta americana la Acoustic Guitar Records abbia voluto pubblicare Song We Love, disco inciso con la moglie Raffaella Luna, cantante di formazione classica, dalla voce cristallina e dalla eccellente agilità tonale. Il disco, che segue le due raccolte di brani strumentali dedicate una all’Italia, l’altra alla tradizione celtica, è stato presentato nel corso dei più importanti festival di musica acustica e tradizionale riscuotendo un grandissimo successo. Come si comprende ampiamente dal titolo, il disco presenta una selezione di quindici brani tra quelli che i due coniugi amano di più, ed è sorprendente notare come il duo si muova con agilità passando da magiche interpretazioni di brani cantautorali americani a composizioni autografe fino a toccare sul finale il tema di Nuovo Cinema Paradiso di Ennio Morricone. L’ascolto è denso di emozioni, si parte da una intensa e coinvolgente versione di Caledonia, per passare all’autografa Roses Skies Blue di Raffaella Luna, che fa il paio con la sorprendente riproposta di My Name Is Luka di Suzanne Vega. Di ottima fattura sono poi le due cover di Bob Dylan It’s All Over Now, Baby Blue e Forever Young, A Case Of You di Joni Mitchell nella quale Raffaella Luna da prova di essere una vocalist di grande eleganza e l’incantevole Alla The Diamonds di Bruce Cockburn. Tra le soprese troviamo anche Plasir D’Amour e Caro Mio Ben, brani della tradizione del bel canto e nei quali la chitarra di Morone prende magicamente le parti dell’orchestra. Insomma una grande voce come quella di Raffaella Luna e un grande chitarrista come Franco Morone, non potevano che realizzare un vero e proprio gioiello di grazia ed originalità nel quale una chitarra suonata con stile inconfondibile e una voce dolce di rara bellezza, sono gli ingredienti principali.

Kataweb musica, CD Songs We Love, di Giovanni Choukhadarian

Il fingerpicking in Italia sono, per i più, le fondamentali tablature pubblicate da Andrea Carpi su Ciao 2001, Stefano Rosso (Una storia disonesta, del 1976; ma lui suona ancora in certi favolosi clubbini romani) e ovviamente Goran Kuzminac di Stasera l’aria è fresca del 1979. In realtà, le cose non stanno solo così e lo testimonia la carriera lunga,  gloriosa e ricca di riconoscimenti, che sta conducendo Franco Morone.
Questo Songs we love, uscito in America per Acoustic Guitar Records, è accreditato a lui e a Raffaella Luna. Luna viene da studi classici, ha voce di notevole agilità, timbro cristallino e dizione inglese presso che perfetta. Dopo due dischi strumentali, uno dedicato alla tradizione italiana, l’altro a quella celtica, Morone suona appunto le canzoni che ama – che amano, lui e Luna. La scelta è quanto mai varia: 2 Dylan (It’s all over nowbaby blue e Forever youngmolto sentita da Raffaella Luna), l’improba My name is Luka di Suzanne Vega, una spettacolare versione di Caledonia (superclassico di Dougie McLean, si ascolta e canta in tutti i pub da Londra in su).
Insieme, anche cose decisamente meno prevedibili: A case of you di Joni Mitchell, presa da un disco oggi quasi dimenticato come BlueAll the diamonds di Bruce Cockburn. Anche più sorprendenti Plaisir d’amour e Caro mio benspecie perché accompagnati da un’acustica Schenk, non fosse che, come precisato nei ringraziamenti, Luna viene dal belcanto. Proprio in questo il disco di Morone suona originale e nuovo. In caso servissero gli abituali termini di paragone, una voce così ricorda insieme il tratto popolare di Joan Baez e quello aristocratico di Anne Briggs o Shirley Collins. Franco Morone è il chitarrista che ogni interprete vorrebbe al suo fianco, per la duttilità e il virtuosismo controllato che possiede. Bel disco, Morone è in tour tutta l’estate, spesso con Raffaella Luna al fianco.

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